Discussione:
mea culpa
(troppo vecchio per rispondere)
bruny
2005-02-26 18:08:42 UTC
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la nostra religione...e' quasi fondata sul senso di colpa
un po' lo capisco ... serve quanto meno a farci rendere conto che
non abbiamo rispettato delle regole...(certo...il punto e' quali e quante
regole)....
che poi i peccati vengano perdonati con la confessione e le preghiere non
l'ho mai accettato....
... una specie di allarme....ultimamente sto' rivalutando la cosa....
perche' mi rendo conto che suona un po' troppo spesso...senza motivo
altro esempio: la corruzione....pilastro della nostra cultura da furbetti...
qui stranamente il senso di colpa svanisce....ci adeguiamo al sistema,
e allora mi domando che cos'e che fa in altri paesi (per esempio del nord
europa)
della corruzione un danno contro la societa'....il senso di colpa?
...non e' piu' solo atto illegale, ma un peccato...
....lecito ...illecito....legale ...illegale.... forse un interruttore di
mea culpa
che viene acceso o spento a secondo delle esigenze.....
voi che ne pensate?.... :) sempre... se ci avete capito qualcosa ...io no
ma dato che il ng sta' per uno...tanto vale finirlo....in un bel reparto
neuro....
che poi anche sta' storia dei matti....forse i matti sono i piu' normali....
perche' vivere come viviamo noi...
non e' normale dai.....
baci sparsi
Paso
2005-03-01 20:08:24 UTC
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Post by bruny
la nostra religione...e' quasi fondata sul senso di colpa
Cuore sacro
Gli Occhi di Barbara Bobulova sono gli occhi di Irene, e il loro colore è blu intenso. Ma la loro
luce cambia nel corso del film e passa da quella disumana del profitto e del business a quella umana
della pietà e della compassione, mentre intanto anche la luce gelida e bianca della sua azienda e
della sua piscina da ricchi si trasforma in quella notturna del Colosseo che ospita l'inferno di chi
ha bisogno.
Occhi in primo e in primissimo piano che si chiedono e ci chiedono perché la madre vivesse reclusa
nella sua stanza circondata da incomprensibili geroglifici e come è morta e chi è Benny, la ragazza
che improvvisamente apre scenari insospettabili nella sua vita. Occhi che infine trovano pace solo
in una serena "follia" d'amore e nei battiti del suo Cuore Sacro.
Ozpetek si muove con la sua macchina da presa e i suoi piano-sequenza verso la sua protagonista e le
dà le risposte di cui ha bisogno, ma lascia gli spettatori da soli con le proprie domande che
toccano le crisi della coscienza, la paura della morte, i segni dell'ultraterreno nel terreno e
soprattutto il desiderio laico di un'umanità dell'essere e della solidarietà prima che dell'avere.
Dopo "La finestra di fronte" un altro thriller della memoria miracolosamente sempre in equilibrio su
sé stesso (addirittura riesce a permettersi qualche episodio di alleggerimento), in cui la Bobulova
è bravissima a reggere da sola il peso del film e la rediviva Lisa Gastoni le fa da contrappeso nei
panni di una spietata Eleonora.
Il cast "teatrale", da Gigi Angelillo ad Erika Blanc ed Elisabetta Pozzi, dà corpo e profondità alla
storia, mentre sullo schermo recitano anche i protagonisti maschili e la giovanissima Camille Dugay
Comencini, ennesima figlia d'arte.
Forse il film è troppo lungo, forse la musica come sempre nel regista italo-turco invade troppo il
racconto, forse si potevano risparmiare ad Irene esaltazioni ed invasamenti francescani, e forse il
manifesto del film evoca più o meno involontariamente l'iconografia del peggior Kitsch Cattolico.
Forse. Ma di sicuro in questi tempi senz'anima "Cuore Sacro" sa anche come metterci di fronte alle
nostre anime, come farle riflettere e come farle emozionare.

Max Morini
--
Paso
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